Quando si commette un’infrazione grave al Codice della Strada, tra le sanzioni previste ci sono la sospensione o la revoca della patente. I due provvedimenti sono profondamente diversi, sia per natura che per conseguenze, e capire bene questa differenza è fondamentale, soprattutto se si intende valutare tempi e modalità di rientro alla guida.
Cos’è la sospensione della patente?
La sospensione è una sanzione temporanea. Durante il periodo indicato dal provvedimento, non si può guidare alcun veicolo, ma la patente non viene annullata. Alla scadenza, salvo casi particolari, viene restituita automaticamente.
La sospensione può essere disposta:
- per guida in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di droghe;
- per eccesso di velocità;
- in caso di mancata precedenza a pedoni;
- a seguito di incidenti con feriti;
- per perdita temporanea dei requisiti psicofisici.
La durata varia in base alla gravità del fatto: da pochi mesi fino a due anni.
Cos’è la revoca della patente?
La revoca, invece, è una misura definitiva. La patente viene annullata, e il titolare perde il diritto alla guida. Non si tratta solo di una sospensione più lunga, ma di una vera e propria cancellazione del documento.
Viene disposta in casi più gravi:
- recidiva nella guida in stato di ebbrezza o sotto effetto di droghe;
- incidenti con esito mortale o lesioni gravi;
- falsificazione dei documenti di guida;
- perdita permanente dei requisiti fisici o psichici.
Chi subisce la revoca non può guidare per almeno due anni, e per ottenere una nuova patente dovrà ripetere tutti gli esami, previa verifica medica e, in alcuni casi, giudiziaria.
Perché è importante la distinzione?
Capire la differenza tra sospensione e revoca è essenziale per sapere cosa si può fare, quando si può tornare a guidare e quali passaggi seguire. In caso di dubbio, soprattutto quando si rischiano sanzioni accessorie, è sempre consigliabile consultare un avvocato esperto in diritto della circolazione.