Il patto di quota lite è un accordo che un cliente può stipulare con il proprio avvocato, stabilendo che la parcella dell’avvocato venga calcolata in base a una percentuale della somma ottenuta o risparmiata con la causa. Questo tipo di accordo permette al cliente di pagare l’avvocato solo in base al risultato raggiunto, rendendolo un’opzione interessante in alcune situazioni.
Come funziona il “patto di quota lite”?
Con il patto di quota lite, l’avvocato e il cliente concordano che il compenso sarà una percentuale della somma recuperata o risparmiata. Ad esempio, se il cliente ottiene un risarcimento di 10.000 euro e il patto stabilisce una percentuale del 20%, l’avvocato riceverà 2.000 euro. Questo tipo di accordo può essere utile in casi come:
- Cause di risarcimento danni: dove il cliente mira a ottenere una somma significativa.
- Recupero crediti: dove si punta a recuperare somme di denaro precise.
Il patto di quota lite è legale?
Sì, il patto di quota lite è legale in Italia, ma con alcune restrizioni. Secondo l’art. 13 della Legge 247/2012, è permesso solo per gli avvocati, e il compenso basato su quota lite deve essere concordato in anticipo per iscritto. Inoltre, il patto di quota lite deve sempre rispettare i principi di proporzionalità, evitando percentuali eccessive che possano risultare in una parcella sproporzionata rispetto al servizio reso.
Vantaggi e svantaggi
Questo accordo offre il vantaggio di ridurre il rischio economico per il cliente, che paga solo in caso di esito positivo. Tuttavia, può portare a compensi elevati per l’avvocato in caso di risarcimenti sostanziosi. È quindi importante valutare attentamente l’accordo prima di firmarlo.
Il patto di quota lite è un’opzione legale che può facilitare l’accesso alla giustizia, ma va concordato con attenzione per garantire equilibrio e trasparenza.